Amici e pigrizia - Friends and laziness
October 30th, 2014
Chiacchierando di recente è venuto a galla l'argomento amici legato alla pigrizia, alla mia pigrizia. Io amici ne ho veramente pochi, pochissimi. Si contano sulle dita di una mano. Ripensandoci meglio, però, quei pochissimi sono esseri umani.
Poi ci sono altri “tipi” di amici. C'è il Camoscio della Lessinia che mi lascia avvicinare a tal punto da permettermi di scattargli un ritratto.
Ci sono i Picchi Neri delle montagne del Veneto che mi permettono di trascorrere alcune ore in loro presenza, rinchiuso in un capanno per rendere più intima e coinvolgente la nostra “conversazione” ed aprirsi come fanno con pochissimi.
C'è il Camoscio che passa a salutarmi al crepuscolo per chiedermi com'è andata la giornata e augurarmi la buona notte.
Ci sono i Faggi immersi nella nebbia che, nonostante il meteo avverso, sono li fiduciosi attendendo il mio arrivo per mostrarmi i loro ultimi acquisti, sfoggiando gli abiti autunnali.
C'è la maestosa Aquila di mare che mi lancia uno sguardo fiero che racchiude un messaggio molto chiaro – cosa stavi aspettando a tornare a trovarmi? Ci sono molte novità che aspettano di essere raccontate.
C'è il Tarabusino che, camuffato fra le canne del lago, si preoccupa di pescare del pesce fresco per mostrarsi ospite premuroso.
Immersa nella foresta Estone si mostra la Volpe in tutta la sua bellezza, accogliendomi, da buona amica qual'è, dopo aver trascorso ore a sistemarsi a festa per il tempo che passeremo assieme.
C'è la rara Cicogna Nera che mi mostra la sua abitazione e rinnovi fatti per la nuova stagione.
C'è il Grande Faggio della Foresta Incantata che mi invita a sedermi accanto a lui e ad ascoltare il dolce e delicato fruscio delle sue foglie, dei suoi saggi rami. Mi sussurra di respirare assieme la sensazione di libertà, di pace, di misticismo.
Si si tranquilla mamma Orsa, non mi sono dimenticato di te che mi vieni a trovare in una Foresta Slovena antica di cinquecento anni e porti con te pure il tuo piccolo che mostri con orgoglio e accudisci e proteggi con estremo amore.
Ci sono i Larici abbarbicati sulle rocce più aspre pronti a regalarmi un saggio del loro splendore di fine autunno.
Ci sono le Dolomiti, che arrossiscono poco dopo il mio arrivo per manifestare la contentezza di rivedermi dopo qualche tempo.
Ecco per tutti questi e molti altri amici sono molto meno pigro. Si perchè loro non gradiscono gli incontri banali e mi invitano sempre in luoghi ameni, silenziosi, pacati e non gradiscono nemmeno mostrarsi nelle ore affollate.
Preferiscono l'alba, il tramonto, le giornate piovose, il crepuscolo. Se sbuffo per l'orario della sveglia mi ricordano che loro non sono amici qualunque. Loro sono la vita, sono l'amore, sono la saggezza, sono l'innocenza. E allora io mi arrendo e vinco la mia pigrizia per trascorrere qualche momento in concordia ed allegria. Spesso dividiamo il modesto pasto che porto con me, tanto quello passa assolutamente in secondo piano.
La scena è tutta loro, dei loro racconti, delle loro esperienze, degli inestimabili insegnamenti.
A presto cari amici. Alla prossima alzataccia e scarpinata per passarvi a salutare.
Poi ci sono altri “tipi” di amici. C'è il Camoscio della Lessinia che mi lascia avvicinare a tal punto da permettermi di scattargli un ritratto.
Ci sono i Picchi Neri delle montagne del Veneto che mi permettono di trascorrere alcune ore in loro presenza, rinchiuso in un capanno per rendere più intima e coinvolgente la nostra “conversazione” ed aprirsi come fanno con pochissimi.
C'è il Camoscio che passa a salutarmi al crepuscolo per chiedermi com'è andata la giornata e augurarmi la buona notte.
Ci sono i Faggi immersi nella nebbia che, nonostante il meteo avverso, sono li fiduciosi attendendo il mio arrivo per mostrarmi i loro ultimi acquisti, sfoggiando gli abiti autunnali.
C'è la maestosa Aquila di mare che mi lancia uno sguardo fiero che racchiude un messaggio molto chiaro – cosa stavi aspettando a tornare a trovarmi? Ci sono molte novità che aspettano di essere raccontate.
C'è il Tarabusino che, camuffato fra le canne del lago, si preoccupa di pescare del pesce fresco per mostrarsi ospite premuroso.
Immersa nella foresta Estone si mostra la Volpe in tutta la sua bellezza, accogliendomi, da buona amica qual'è, dopo aver trascorso ore a sistemarsi a festa per il tempo che passeremo assieme.
C'è la rara Cicogna Nera che mi mostra la sua abitazione e rinnovi fatti per la nuova stagione.
C'è il Grande Faggio della Foresta Incantata che mi invita a sedermi accanto a lui e ad ascoltare il dolce e delicato fruscio delle sue foglie, dei suoi saggi rami. Mi sussurra di respirare assieme la sensazione di libertà, di pace, di misticismo.
Si si tranquilla mamma Orsa, non mi sono dimenticato di te che mi vieni a trovare in una Foresta Slovena antica di cinquecento anni e porti con te pure il tuo piccolo che mostri con orgoglio e accudisci e proteggi con estremo amore.
Ci sono i Larici abbarbicati sulle rocce più aspre pronti a regalarmi un saggio del loro splendore di fine autunno.
Ci sono le Dolomiti, che arrossiscono poco dopo il mio arrivo per manifestare la contentezza di rivedermi dopo qualche tempo.
Ecco per tutti questi e molti altri amici sono molto meno pigro. Si perchè loro non gradiscono gli incontri banali e mi invitano sempre in luoghi ameni, silenziosi, pacati e non gradiscono nemmeno mostrarsi nelle ore affollate.
Preferiscono l'alba, il tramonto, le giornate piovose, il crepuscolo. Se sbuffo per l'orario della sveglia mi ricordano che loro non sono amici qualunque. Loro sono la vita, sono l'amore, sono la saggezza, sono l'innocenza. E allora io mi arrendo e vinco la mia pigrizia per trascorrere qualche momento in concordia ed allegria. Spesso dividiamo il modesto pasto che porto con me, tanto quello passa assolutamente in secondo piano.
La scena è tutta loro, dei loro racconti, delle loro esperienze, degli inestimabili insegnamenti.
A presto cari amici. Alla prossima alzataccia e scarpinata per passarvi a salutare.