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Angeli degli Abissi

Corda, caschetto, moschettoni, tikka, scarponi... mi sembra di avere tutto. Non è ancora l'alba e la porta si chiude dietro Maurizio che sta per recarsi, carico di tutta l'attrezzatura necessaria, al punto d'incontro con gli altri per un'esercitazione di soccorso. Gli Angeli degli Abissi, un gruppo di ragazzi volontari che danno vita al Soccorso Speleologico, vengono spesso chiamati ad intervenire in casi di emergenza per soccorrere persone, a volte ferite anche gravemente, impossibilitate ad uscire dalla grotta in cui sono entrate. Per far questo uniscono la loro passione e la loro grandissima preparazione, al desiderio di offrire le loro competenze per dare una mano a persone venutesi a trovare in situazioni di estremo pericolo.
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La loro preparazione deriva dalle continue “manovre di esercitazione” che organizzano in modo da coprire varie casistiche di intervento. Si calano in grotte profonde, come la Spluga della Preta, grotta situata nel comprensorio dei monti Lessini nota per la particolare difficoltà e tecnicità necessarie a chi desidera scoprirla, prima del tramonto e ne riemergono la sera successiva, trascorrendo l'intera nottata all'interno dell'abisso prescelto per l'addestramento.

Capita che un venerdì pomeriggio si viene contattati perchè una ragazza si è fratturata una gamba nell'esercizio della sua passione speleologica. Si corre a preparare il necessario e ci si sposta nel "buco" ove la persona risulta impossibilitata ad uscire.

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In situazioni in cui è in gioco la vita umana le operazioni si devono svolgere nel più breve tempo possibile. Il gruppo è organizzato e coordinato come una macchina ben oleata. Nonostante ciò le difficoltà che si incontrano spesso rallentano il recupero. A volta si deve far ricorso a delle micro cariche esplosive per ampliare i passaggi ove la persona verrà recuperata con l'ausilio di una barella. Questi "Angeli" rimangono nelle viscere della terra anche oltre quaranta ore, senza dormire, senza sosta. Non ci si può permettere nemmeno una pausa, c'è in gioco una vita umana.

Finalmente la ragazza viene raggiunta, posta sulla barella, verificate le sue condizioni. Nel gruppo ci sono anche medici che forniscono le istruzioni del caso.

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Dopo due giorni estenuanti si intravede la luce. La persona viene portata in superfice e, uno ad uno, anche questi meravigliosi ragazzi riemergono, esausti ma soddisfatti. Ancora una volta il loro preziosissimo intervento, ben coordinato e magistralmente eseguito, ha condotto in salvo qualcuno venutosi a trovare in serio pericolo. Ora non rimane che togliersi le tute infangate, sciacquarsi il viso pieno di terra e, dopo qualche abbraccio, rientrare nelle proprie abitazioni distrutti a godersi un po' di meritato riposo.
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